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Palo di tortura o stauros

PADRI DELLA CHIESA: LA CROCE NON CRISTIANA

CAPITOLO V

ORIGINE DELLA CROCE PRECRISTIANA

Dopo aver dimostrato nei capitoli precedenti che è possibile, se non realmente probabile, che lo strumento d’esecuzione capitale sul quale fu appeso Gesù era tutt’altro che cruciforme, e dopo avere mostrato che non principalmente, ma forse solo parzialmente, i primi cristiani concepivano quello strumento con la forma della croce, ora è desiderabile, come preludio all’indagine sulle circostanze in cui la croce è divenuta il simbolo della cristianità, che indaghiamo sull’origine della croce precristiana.

E’ universalmente riconosciuto che la croce esisteva in epoca precristiana e che era, come la nostra, un simbolo di vita.

Tuttavia, le autorità di questo argomento, purtroppo, si trovano in disaccordo sulla ragione per cui la croce fu scelta dagli antichi come simbolo di vita. E nessuna delle loro versioni sembra arrivare alle radici della questione.

Andiamo con la nostra mente indietro di diecine di migliaia di anni e immaginiamo un genere umano che acquista gradualmente il dono della ragione, ma ancora libero da tradizioni e credenze ereditate. Immaginiamoci l’uomo prima che cominciasse a farsi idoli a sua immagine. Ricordiamo che ciò che lo colpì come la più grande delle meraviglie sarebbe stata necessariamente la vita stessa e che la più grande meraviglia sarebbe stata di gran lunga il glorioso sole, l’ovvia fonte della vita terrestre e Signore degli eserciti celesti.

Rammentiamo pure che, sebbene l’adorazione della natura da parte dei nostri remoti antenati avesse altre caratteristiche sensazionali, i fatti menzionati evidenzierebbero il prevalere di un’idea fallica e una sua associazione con l’adorazione del dio Sole. E poiché alla vita, la più grande di tutte le meraviglie, dovette essere assegnato un simbolo in antichissima epoca, chiediamoci quale dovesse essere il più probabile simbolo che l’incolta mente umana avrebbe potuto attribuirle.

Per quanto l’autore possa realizzare, a questo quesito non esiste nessun’altra risposta ragionevole all’infuori di questa: la figura della croce, poiché è il simbolo che può rappresentare nel modo più semplice l’unione di due corpi o di due sessi o di due poteri o di due principi come fonte di vita.

Poiché gli antichi non hanno ignorato che tutta la vita proviene nel modo più immediato dall’unione di due principi, il primo, più immediato, più semplice e più naturale simbolo della vita era di conseguenza una linea diritta sovrapposta ad un’altra in modo da formare una croce.

E’ evidentemente probabile che questa fosse la vera ragione per cui la figura della croce fu in origine adottata come simbolo della vita. Ma naturalmente, qualunque fosse la ragione originale, sarebbe venuto il tempo di mettere in evidenza le altre ragioni della venerazione della croce; niente era più naturale, o più certo, del fatto che quell’uomo primitivo dovesse provare piacere nel simboleggiare, più che altri oggetti della sua devozione, la vita medesima, con un oggetto che, come simbolo della vita, era prevalentemente simbolo di buon auspicio.

L’esempio più notevole è costituito dal modo, o piuttosto dai differenti modi, in cui la figura della croce fu messa in relazione col dio Sole. Un buon esempio dell’ultimo fatto menzionato è la dichiarazione dei filosofi dell’antica Grecia che la figura della croce era la figura del Secondo Dio o Anima Universale, la Ragione e il Linguaggio del Padre Universale, che chiamarono Logos [Parola] di Dio, come se significasse soltanto il Linguaggio.

Questo era il Logos o "Secondo Dio" che Filone, che era nato prima dell’inizio della nostra era, descrisse come il "Sole Intellettuale" e perfino come il "Primogenito" di Dio, "Diletta" progenie e "Luce del mondo", termini che in tempi successivi furono usati dagli scrittori dei nostri Vangeli in riferimento a Cristo.

Come sarà esposto in un altro capitolo, la ragione per cui i filosofi, fra cui Platone, desideravano ardentemente identificare la croce con il Logos era che il Sole crea questa figura passando sull’equatore.

Un’illustrazione perfino migliore può essere contenuta nel fatto che nelle epoche di quasi ogni razza civilizzata venivano celebrate feste in coincidenza con l’equinozio di primavera, in ossequio alla Pasqua ebraica o al Passaggio del Sole.

Pertanto, il fatto che gli antichi si prendessero speciale premura per identificare il simbolo della vita col dio Sole, e che, per quanto ne sappiamo, lo descrivessero anche come "Datore di vita" e l’unico "Salvatore", era dovuto senza dubbio alla loro consapevolezza non solo che la vita sia il risultato dell’unione di due principi distinti come maschile e femminile, ma anche che la salvezza della vita è dovuta al fatto che il sole protegga il corpo dal freddo e faccia generare e maturare frutti dalla terra per sostenere la vita.

Come il Datore di vita, il dio Sole era ovviamente considerato bisessuato, ma quando le due grandi luci del cielo, il Sole e la Luna, erano associate l’uno all’altra, come avveniva spesso secondo natura, il Sole era considerato più specialmente una personificazione del principio maschile, mentre la Luna crescente una personificazione del principio femminile. Quindi, l’adorazione della divinità associata al Sole splendente, come della divinità associata alla Luna crescente, chiamata madre o sposa del dio Sole, aveva un carattere fallico; la loro connessione è ripetutamente simboleggiata da vestigia dell’antichità riproducenti la Luna crescente e all’interno dei suoi corni un disco o ciò che dovremmo considerare un astro, divenuto poi, nella consuetudine tramandata dagli antichi fino ai giorni nostri, il sole associato ad una stella o a un pianeta, come sarà trattato più avanti.

Tornando, comunque, al simbolo della croce, come la più antica e semplice rappresentazione dell’unione dei principi maschile e femminile, che genera unicamente ciò che noi mortali chiamiamo vita, è estremamente curioso che la scelta della figura della croce fatta in tempi relativamente moderni come il simbolo più semplice e più naturale sia dell’addizione che della moltiplicazione, non abbia indotto nessuno a percepire che, essendo per queste sole ragioni anche il più semplice e più naturale simbolo di vita, una probabile soluzione del mistero che avvolge l’origine della croce precristiana come simbolo di vita si trovi proprio sotto gli occhi di tutti.

Per quanto riguarda la controversia di poche autorità, apparentemente fondata sull’errata ipotesi che la svastica fosse la più primitiva forma di croce che meritasse importanza come simbolo, che la croce precristiana fosse in origine una rappresentazione del movimento rotatorio del sole o un riferimento alla ruota del carro del dio Sole, c’è da rimarcare solamente l’evidenza che la croce era un simbolo di vita così lontano nel tempo da rendere discutibile che il dio Sole fosse potuto essere paragonato ad un auriga ed improbabile che i carri e le ruote fossero stati inventati. E’ vero che la ruota solare divenne un simbolo riconosciuto del dio Sole e che questo divenne oggetto di maggiore venerazione dato che la figura del simbolo della vita era meno riconoscibile dalla forma dei raggi attribuiti alla ruota solare; ma sarebbe come mettere il carro davanti ai buoi il volere ipotizzare che la croce divenisse il simbolo della vita a motivo della riconoscibilità della sua forma.

C’è da aggiungere soltanto che esiste un’indubbia, sebbene esile, connessione tra la croce precristiana come il simbolo della vita, la ruota solare come un simbolo del dio Sole e la croce come il simbolo di Cristo. Qualunque fosse la data in cui la croce fosse adottata per la prima volta come simbolo cristiano, o qualunque fosse la ragione di questa simbolizzazione, non c’è alcun dubbio che, come sarà evidenziato più avanti, la nostra religione è stata influenzata considerevolmente dagli eventi storici inerenti al tempo in cui le vittorie militari conseguite con i soldati gallici, adoratori della ruota solare, consentirono al loro condottiero Costantino di diventare l’unico imperatore, e come tale, essendo ansioso di ottenere anche il sostegno dei cristiani, fece aggiungere un anello a un raggio verticale affinché i cristiani interpretassero il simbolo di vittoria come XP o XPI, le prime due o tre lettere della parola greca XPISTOS, Christos, Cristo.